Nella mia terra d’origine, le colline dell’Oltrepò Pavese, mio nonno, come tanti nella zona, aveva una piccola azienda agricola a conduzione familiare che produceva vino.
La vendemmia era un momento critico in quanto l’uva doveva essere colta e pigiata con le giuste tempistiche altrimenti un anno di lavoro poteva andare in fumo. Caldo, freddo, pioggia o sole, luce o buio, la missione doveva essere completata ad ogni costo.
Tra le “piaghe” di questo lavoro vi era il meteo non collaborativo, i macchinari che si guastavano e… i “milanesi”.
Il “milanese”, così chiamato in rappresentazione del fatto che fosse uno di città e quindi poco avvezzo alla vita di campagna, era un conoscente, un parente o un cliente che si presentava a “dare una mano” per la vendemmia. Nel suo immaginario la vendemmia era un momento di gioia e di festa, con un grande pranzo con degustazione, brindisi e tante chiacchiere. Insomma, una domenica di relax tra gli stereotipi della campagna.
Con questa predisposizione in testa, nei filari passava il tempo a conversare rallentando gli altri e la sua raccolta dell’uva, disordinata e discontinua, costringeva qualcuno a ripassare per finire il lavoro mal fatto e contenere i danni.
Il “milanese”, nonostante la buona volontà, in pratica costituiva un aggravio di lavoro ed un intralcio per giunta in un momento già critico di per sé.
Per dare un servizio, anche se volontario e gratuito, non basta la “buona volontà”: è necessario conoscere e soddisfare le esigenze di chi ne andrà a godere, altrimenti si rischia solo di essere una presenza dannosa e sgradita.
I ruoli in Protezione Civile
Uno dei problemi che secondo me affliggono il mondo delle telecomunicazioni amatoriali di emergenza è una scarsa conoscenza dei ruoli istituzionali ricoperti dai vari enti in campo.
Si parla tantissimo di tecnologie, radio, generatori, Winlink, Oscar 100, HF, NVIS e tutto il resto, mentre si divulga poco o niente in merito ai soggetti ai quali dovremmo dare servizio.
I termini “emergenza” e “Protezione Civile” non sono sinonimi, eppure basta parlare di protezione civile che subito spuntano discorsi su prepping, emergenze in montagna, net radioamatoriali sui tifoni in centro america, tempeste geomagnetiche, mesh networking e reti radio di tutti i tipi.
In Italia il “Servizio nazionale di Protezione Civile” è normato dal Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018 “Codice della Protezione Civile” e successivi aggiornamenti, un documento abbastanza complesso di decine di pagine che dettaglia ruoli, mansioni e ambito di intervento delle varie istituzioni.
È opportuno evidenziare, in maniera molto semplificata, alcuni punti chiave la cui conoscenza credo sia fondamentale per poter discutere di servizi TLC in Protezione Civile.
- Gli interventi di ricerca, salvataggio e di soccorso tecnico indifferibili e urgenti sono a carico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con il coordinamento del Prefetto
- Le regioni si occupano del ripristino e dell’assistenza alla popolazione attraverso l’impiego del volontariato
- Le Colonne Mobili sono gruppi di mezzi di Regione o finanziati da essa che vengono impiegati da volontari su attivazione della Regione per opere di ripristino e di assistenza alla popolazione
- Il volontariato organizzato presta la propria opera, in occasione di situazioni di emergenza di protezione civile, o nella loro imminenza su richiesta dell’autorità amministrativa di protezione civile competente
Facciamo alcuni esempi:
- recupero in elicottero di cittadini sui tetti delle case: Vigili del Fuoco
- spalatura fango, montaggio tende, rimozione macerie: volontari di Colonna Mobile
- radioamatori che si scambiano informazioni in autonomia, net, iniziative per le tempeste geomagnetiche, reti PMR446 prepper, ecc.: privati cittadini
- radioamatore che fornisce collegamento al sindaco: attivazione ex. art. 141. Cod. Comun. al servizio del sindaco
In Colonna Mobile il volontariato è impiegato tramite convenzioni. Queste in pratica sono dei contratti in cui l’ente fornisce in comodato mezzi e denaro per la loro manutenzione, mentre l’associazione di volontariato si impegna a mantenerli efficienti ed intervenire se chiamati dall’ente. Avere una convenzione non è garanzia di essere chiamati. Se uno ha in convenzione il pompaggio HCP per acqua e per dieci anni ci sono solo alluvioni con fango, restano a casa per dieci anni perché le HCP non servono.
Il modulo TLC di Colonna Mobile Regionale
La Colonna Mobile della Lombardia si è dotata nel 2020 di un modulo specialistico incaricato di gestire le grandi quantità di sistemi di comunicazione regionali al fine di supportare la Colonna Mobile Regionale. Compiti e scopo di questo modulo non sono scelti “a piacere” dai partecipanti, ma sono normati dal D.d.s. 24 dicembre 2020 – n. 16472 pubblicato sul BURL, la “Gazzetta Ufficiale” di Regione Lombardia.
L’attività principale del modulo TLC regionale, pertanto, è quella di garantire infrastrutture tecniche, procedure e personale volontario specializzato per far funzionare le attività di Colonna Mobile, nelle sue attività di assistenza alla popolazione, spalatura fango, pompaggio acqua, rimozione macerie e attività annesse.
Per essere chiari, il modulo TLC non ha il compito di far parlare il sindaco con il prefetto o i Carabinieri con la Guardia di Finanza. Certo, può succedere che i funzionari di regione, in seguito ad accordi di collaborazione stabiliti con le altre autorità, chiedano al modulo TLC di effettuare queste attività. Ad esempio, capita sovente che il modulo TLC realizzi la rete interforze di una missione (polizie, P.C., questura, prefettura, ecc.). In alcune missioni emergenziali ci è stato chiesto di dare il medesimo servizio a colonne mobili di altre regioni che erano sprovviste. Ma sono tutte eccezioni alla norma decise dal funzionario responsabile in base alle esigenze del momento.
2023: la svolta
Nel 2023, con la missione di Colonna Mobile Regionale Lombardia per l’alluvione in Emilia-Romagna, per le radio di protezione civile ci fu una svolta epocale.
Dopo anni di attività con il modulo TLC regionale, lavorando duramente sui servizi da offrire e costruendo rapporti con le altre componenti della Colonna Mobile, stavamo finalmente uscendo dal concetto di “alternativo” per entrare in quello di “ordinario”. In altre parole, invece di attivare le squadre radio solo in caso di blackout dei cellulari e per il tempo strettamente necessario, cioè praticamente mai, avevamo l’opportunità di ideare e proporre dei servizi che consentissero alle radio di essere utilizzate come unico mezzo di comunicazione durante ogni missione, dal primo all’ultimo giorno, qualunque fosse la condizione della rete cellulare.
Lavorare in maniera ordinaria e regolare fianco a fianco con gli utenti dei nostri servizi, cioè funzionari e volontari della Colonna Mobile, ci avrebbe consentito di capirne la mentalità, individuarne le difficoltà e plasmare i nostri servizi per soddisfare le loro esigenze. In altre parole, ci avrebbe dato gli strumenti conoscitivi per essere meno “milanesi” e poter diventare realmente utili.

In un articolo su RadioKit Elettronica raccontai i miei 14 giorni nel fango dell’Emilia-Romagna e riferii la novità della transizione da alternativo ad ordinario, delle nuove opportunità che si aprivano e che i radioamatori avrebbero potuto sviluppare e sfruttare. Avremmo potuto fornire un servizio di uso quotidiano che integrasse le contromisure alla fragilità delle aree emergenziali: in altre parole, per gli operatori al lavoro, che ci fossero o no internet e/o la corrente non avrebbe fatto alcuna differenza perché la loro catena di comando avrebbe continuato a funzionare in maniera trasparente.
Del resto, i radioamatori si sono sempre autodefiniti progressisti, attenti all’innovazione, al progresso e sempre pronti a padroneggiare le novità: ero certo che questa nuova sfida avrebbe scatenato l’entusiasmo.
E invece… no.
Pochi giorni dopo, da una chat di una associazione di comunicazioni alternative trapela lo screenshot dell’intervento di un importante esponente dell’associazione in cui venivo descritto come un’ingrato, un rinnegato, un traditore, un nemico che, senza motivo, attaccava i radioamatori che tanto avevano dato alla comunità.
Eppure avevo solo riferito di eventi non certo imputabili a me, come la nascita del modulo TLC istituzionale, avevo parlato positivamente del ruolo che noi radioamatori avremmo potuto ricoprire e proposto idee per farlo. Il mio era un atteggiamento completamente a favore dei radioamatori, senza ma e senza se. Eppure…
Il mondo fa il suo corso
Incurante di proclami e censure, intanto il mondo fece il suo corso.
Dopo Emilia-Romagna 2023, per la Colonna Mobile lombarda le maxi-emergenze si susseguirono: Campi Bisenzio (2023), Ravenna (2024), Traversara di Bagnacavallo (2024). Il modulo TLC fu sempre attivato dal primo all’ultimo giorno di missione offrendo i suoi servizi sempre più perfezionati ad operatori sempre più bravi e preparati a sfruttarli.

Nel 2025 fummo chiamati per il Giubileo dei Giovani a Roma per una imponente missione radio a supporto della Colonna Mobile lombarda. 107 operatori, tre ripetitori nomadici di cui uno installato in montagna per coprire interamente la capitale, 12 maglie radio di 3° livello, 2 maglie radio di 2° livello, collegamento di 1° livello con SOR, 129 apparati DMR regionali attivi contemporaneamente, tre centri trasmissioni mobili, due sale radio capomaglia, nostra postazione radio al COA (Centro Operativo Avanzato) del Dipartimento, tutto in completa autonomia infrastrutturale ed energetica.
E così via, con tante altre missioni su richiesta di Regione o delle Province.
Come si poteva già intuire dai fatti del 2023, in tutte queste attività reali operative (non esercitative) il numero di attivazioni da parte dell’autorità competente dei gruppi di telecomunicazioni alternative su bande radioamatoriali per la Colonna Mobile Lombardia, purtroppo, fu un laconico ZERO.

Ottobre 2025
Siamo nel mese di ottobre del 2025 e da un anno ormai sono in corso i preparativi del modulo TLC per le Olimpiadi 2026. Un giorno mi squilla il telefono: “Ma perché Regione non ci attiva più?”
Io non so perché Regione non attivi più le TLC alternative. Le decisioni su chi coinvolgere sono prese dai funzionari preposti in base alle necessità delle missioni, non per referendum tra i volontari.
Però ci lavoro dentro da quando è nato e conosco le regole che tecniche dobbiamo seguire. Scrivo un altro articolo spiegando perché oggi come oggi sia pressoché impossibile per le attività di Colonna Mobile utilizzare frequenze radioamatoriali. Non difficoltà ad utilizzare radioamatori, che sono più che graditi, ma ad utilizzare frequenze radioamatoriali.
Ma anche questa volta, riparte la stessa macchina del fango: sto insultando i radioamatori, mi arrivano lezioni di ham spirit, sono accusato di attaccare la categoria solo perché il mio blog langue, ricevo slogan da Baci Perugina sull’amicizia e la fratellanza che starei violando.
Naturalmente avendo scritto più di un centinaio di articoli ed interventi su argomenti tecnici (72 pubblicati su RadioKit Elettronica), spesso mettendo il dito sulla piaga di miti, leggende e “professori” della domenica, so perfettamente che i primi a rispondere impulsivamente sono i “fenomeni da tastiera”, che non capiscono, non sanno ma spiegano e bacchettano con arroganza. E so anche che costoro non sono rappresentativi di tutta la categoria ma solo di sé stessi.
Alla fine, so per esperienza che gli argomenti motivati razionalmente e documentati arrivano a destinazione, nonostante le cortine fumogene di chi vorrebbe fosse mantenuta solo la versione ufficiale dei fatti approvata dal “partito”.

Il “Gish gallop”
Esaminando i commenti al mio precedente intervento, quello che salta agli occhi in maniera lampante è che la quasi totalità delle risposte degli esimi colleghi intervenuti in qualità di “esperti” della materia, è totalmente scorrelata dal mio testo. Sembrano rispondere ad un testo immaginario che dice tutt’altro.
Premetto che nel modulo regionale, per le attività da svolgere, il funzionario redige un “documento di impianto”, dove espone l’organizzazione e le scelte fatte, che viene messo agli atti. E, immagino, in caso succeda qualcosa, potrebbe essere destinato a finire sul tavolo di un magistrato pronto a fare le pulci su ogni dettaglio. È chiaro quindi che prima di fare una scelta, ci si pensi due volte.
Alcuni dei principi che vedo applicare sistematicamente sono:
- Accesso controllato — Grande attenzione è posta a chi può intervenire su una maglia radio e alla sua identificazione; i canali civili sono ad uso esclusivo di Regione per cui eventuali intrusioni sarebbero un reato; i canali radioamatoriali, invece, sono legalmente utilizzabili da ogni radioamatore, che può intervenire come e quando vuole, e nessuno può garantirne l’accesso esclusivo
- Tempi di intervento garantiti — Tutte le apparecchiature critiche devono essere coperte da un contratto di una azienda che garantisca H24/365 l’intervento di ripristino; infrastrutture radio esistenti, anche se notoriamente affidabili, sono state rifiutate perché mancanti del supporto H24. Non si può pretendere che attrezzature amatoriali, realizzate con mezzi personali, siano coperte da onerosissimi contratti di intervento.
- Controllo dell’infrastruttura base — Un requisito fondamentale è che le infrastrutture utilizzate siano sotto il controllo di Regione tramite fornitori vincolati da contratti. Il fatto che, ad esempio, le reti DMR amatoriali siano sostanzialmente punti di ingresso basati su internet pubblico o addirittura con la SIM cellulare, rende loro impossibile soddisfare questo requisito in quanto le aziende che realizzano la complessità di internet e della telefonia mobile sono fuori controllo.
- Fruibilità dei dispositivi — I dispositivi terminali devono essere utilizzabili dall’operatore indicato dal capo missione; questo è possibile con gli apparati regionali perché di tipo civile. Invece, per le frequenze radioamatoriali è necessario avere patente ed autorizzazione generale: per aggirare questo ostacolo sarebbe necessario abbinare ad ogni operatore un radioamatore, con un aggravio logistico insostenibile ed ingiustificato
Qui una sintesi delle risposte ricevute:
- siamo oggi presenti su tutto il territorio nazionale con oltre 1.200 ponti ripetitori [radioamatoriali] – e quindi?
- la nostra rete è aperta vero, ma è utilizzata da operatori formati e accreditati – e quindi?
- durante l’emergenza Emilia-Romagna 2023, i collegamenti radio hanno garantito per oltre 24 ore il contatto tra Prefettura e territorio – e quindi?
- il Ministero dell’Interno continua a mantenere e rafforzare la Rete Zamberletti – e quindi?
- I radioamatori fanno un percorso di formazione elettronica e radiotecnica di diversi mesi, prima di presentarsi ad una esame Ministeriale che ne attesta l’idoneità – e quindi?
- i volontari di Ari-Re, radioamatori, non sono “il nemico” delle TLC di PC – e quindi?
- Essendo anche tu un radioamatore, anche se non rispetti l’Ham Spirit, per coerenza, perchè non rinunci a far parte di questa combriccola di improvvisati cafoni ruttaioli? – no comment!
- Occorre rispetto nei riguardi di tutto e, soprattutto, nei confronti di persone che, volontariamente e senza alcuna remunerazione (come è giusto che sia), tralasciano le proprie famiglie ed i loro impegni per mettersi al servizio della comunità. – e quindi?
- Le nostre reti – HF, DMR, analogiche e digitali – sono gestite con rigore tecnico e disciplina operativa – e quindi?
Lascio al lettore l’arduo esercizio di capire, per ciascuna risposta, quale degli argomenti da me esposti sarebbe stato confutato.
La tattica utilizzata nel formulare le risposte soprastanti si chiama Gish gallop: è una tecnica retorica, più da talk-show che da scienziati, in cui si presenta una raffica di argomenti, fatti o affermazioni anche veri ma totalmente irrilevanti, per sopraffare l’interlocutore e deviare l’attenzione dal punto centrale della discussione.
Per inciso:
- Casola Valsenio è un intervento ex.art.141 Codice delle Comunicazioni, tra sindaco e prefettura, in regime di soccorso tecnico urgente gestito dai VVF: che c’entra con la Colonna Mobile della Lombardia e il mio intervento?
- la rete Zamberletti è un’attività sponsorizzata dalle prefetture: che c’entra con la Colonna Mobile della Lombardia e il mio intervento?
- tutti i servizi offerti localmente ai comuni ed altre entità sono materia loro: che c’entrano con la Colonna Mobile della Lombardia e il mio intervento?
- …e lo stesso vale per qualunque altra attività dei radioamatori varia ed eventuale

Censura e propaganda
La cosa che lascia decisamente perplessi è la macchina di propaganda e censura che si attiva non appena si tocca l’argomento.
L’unico ad aver centrato la questione è stato l’amico Alberto, che evidenziava che l’entrata in campo di una istituzione inevitabilmente avrebbe cambiato le prospettive e la cosa andava considerata e discussa in sede alle associazioni di radioamatori ma, come riferisce, è stato immediatamente espulso dalla sua associazione e l’accesso alle chat gli è stato interdetto.
Contemporaneamente è partita la macchina della propaganda, con la pubblicazione a raffica di articoli sulla assoluta indispensabilità dei radioamatori nelle emergenze.
L’audio di Casola Valsenio è stato rimandato in onda altre tremila volte.
Sui social sono comparsi post di Net HF sugli uragani del centro america con commentino Per chi dice che i radioamatori non servono più….
Che, tra l’altro è pure una bella domanda: ma chi è che dice che i radioamatori non servono più? A me pare che il mondo si divida in un 99% che non sa neanche cosa siano i radioamatori e un 1% formato da radioamatori che pubbliano continuamente interventi in cui si auto lodano su quanto siano indispensabili. Ma gente che dice che non servono più ce n’è ben poca, certo non io.
Io ho solo risposto con spiegazioni tecniche chiare ed argomentate, pubblicamente e nell’interesse di tutti, alla specifica richiesta sulle possibili ragioni per cui Regione Lombardia non attivi più le frequenze alternative da due anni.
Delle altre centomila cose che i radioamatori fanno per le emergenze usando le frequenze radioamatoriali, non ho minimamente parlato.

Costruire la fiducia
Mentre le figure istituzionali come il prefetto, il presidente della regione, il sindaco e via dicendo non sono in discussione, visto che hanno un ruolo istituzionale che non può essere scavalcato, il volontariato ha bisogno di conquistare la fiducia di chi usufruirà dei servizi offerti. È assolutamente fondamentale offrire dei servizi che siano percepiti come utili anche da chi ne usufruisce, con serietà, costanza, professionalità ed umiltà. Se i nostri utenti non capiscono cosa stiamo facendo e perché, saremo etichettati come i “milanesi” della vendemmia ed esclusi.
Sappiamo che, per motivi di buona educazione, tutti quelli che hanno svolto un servizio volontario saranno ringraziati anche se non hanno prodotto un risultato soddisfacente: impossibile basarsi su questo per valutare l’efficacia della propria azione.
Per questo, se si ha intenzione di lavorare sul serio, tutti i segnali di disagio che trapelano dalla propria utenza andrebbero subito colti e analizzati per capire se siano possibili azioni correttive.
La Regione non ci attiva più? Perché? Invece di cercare di negare e affossare tutto, sarebbe più utile far tesoro delle risposte.
Per fare un altro esempio, nella registrazione di Casola Valsenio si sente un radioamatore IZ4 chiamare il COC e annunciare che i Vigili del Fuoco, che hanno il coordinamento delle operazioni di soccorso, hanno rifiutato la radio per collegarsi con i radioamatori. Considerando che le operazioni in corso avevano un chiaro connotato di urgenza, avere un canale diretto sarebbe stata una cosa logica: sarebbe stato molto utile capire e discutere le ragioni del rifiuto, se legato ad una questione di fiducia (effetto “milanese”) o altre ragioni. Invece questa parte è stata censurata nel video promozionale pubblicato dalle associazioni e… problema risolto.
Qui sotto l’audio originale
Conclusione
E con questo concludo il mio intervento a favore dei radioamatori interessati all’argomento, condividendo come sempre le informazioni a mia disposizione, sperando che il quadro, nel bene e nel male, sia più chiaro e possa servire a portare più radioamatori a mettere a disposizione le proprie conoscenze nelle emergenze e nelle attività di Protezione Civile.
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Davide IZ2UUF

Bravo Davide, come sempre chiedo ed esaustivo su argomenti delicati dove chi si impegna per gli altri molte volte viene deriso e malvisto. Ogniuno faccia la sua parte senza volere essere il “milanese” di turno e …. la macchina dei soccorsi girerà meglio.